Obiettivi e strategie del Piano nazionale per la natalità, no scusate: fertilità. Ah, ma cosa c’entra? Ehm… boh.
Difendi la tua fertilità, prepara una culla nel tuo futuro. Questo il titolo del documento di 137 pagine elaborato dal Ministero della Salute nel 2015 con lo scopo di “collocare la Fertilità al centro delle politiche sanitarie ed educative del nostro Paese“. Già qui sorge spontanea la domanda: al centro di queste politiche andrebbe davvero la Fertilità, con la F maiuscola poi? Perché proprio un piano per la fertilità, anzi per la riproduzione della specie, e non in generale un piano per la natalità, una politica per i nuovi nuclei familiari, non so, una strategia per favorire le adozioni anche a uomini e donne non in coppia, pensare a delle contromisure economiche, rivedere alcuni capitoli di spesa un po’ troppo alti da una parte e bassi dall’altra… No, la soluzione ai problemi del welfare italiano si affida al vecchio e caro #fatefigli perché saranno il bastone della vostra vecchiaia (se restano a lavorare lì dove sono nati e cresciuti). Qualcosa a metà tra il diritto individuale e il monito divino: non disperdere il seme.
Al fine di incrementare le nascite il Piano per la Fertilità si prefigge di: 1) Informare i cittadini sul ruolo della Fertilità nella loro vita, sulla sua durata e su come proteggerla evitando comportamenti che possono metterla a rischio; 2) Fornire assistenza sanitaria qualificata per difendere la Fertilità, promuovere interventi di prevenzione e diagnosi precoce al fine di curare le malattie dell’apparato riproduttivo e intervenire, ove possibile, per ripristinare la fertilità naturale; 3) Sviluppare nelle persone la conoscenza delle caratteristiche funzionali della loro fertilità per poterla usare scegliendo di avere un figlio consapevolmente ed autonomamente; 4)Operare un capovolgimento della mentalità corrente volto a rileggere la Fertilità come bisogno essenziale non solo della coppia ma dell’intera società, promuovendo un rinnovamento culturale in tema di procreazione; 5)Celebrare questa rivoluzione culturale istituendo il “Fertility Day”, GiornataNazionale di informazione e formazione sulla Fertilità, dove la parola d’ordine sarà scoprire il “Prestigio della Maternità”.
Potete consultare il documento qui: “http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2367_allegato.pdf” .
Già dalla lettura della prima pagina ti verrebbe voglia di stampare il pdf solo per il piacere di darlo al rogo su pubblica piazza. Ma poi ti ricordi che, oltre a essere antifascista, femminista, antimilitarista, dato che le sfighe non vengono mai sole, sei anche ambientalista e così… cerchi di darti una calmata e pensare a un’alternativa. Tipo scrivere questo post.

[…] Il nostro Paese si pone all’interno di una tendenza comune nel continente, dovuta non solo a fattori sanitari ed economici ma anche e soprattutto culturali e sociali, la cui analisi dettagliata esula dal presente Piano della Fertilità; fattori che comunque meriterebbero di essere approfonditi con attenzione.
Il messaggio da divulgare non deve generare ansia per l’orologio biologico che corre, il tempo costituisce già per la donna moderna un fattore critico, quanto piuttosto deve incentrarsi sul valore della maternità e del concepimento e sul vantaggio di comprendere ora, subito, che non è indispensabile rimandare la decisione di avere un figlio. […] Ovviamente si debbono trovare registri comunicativi e un linguaggio adatto ai target da raggiungere, che passi attraverso i media da loro più utilizzati e non venga percepito come moralistico.

Una campagna oscena, a volte anche scandalosamente denigratoria verso chi di figli non può averne. Che pensassero a dare la possibilità alle persone di formare una famiglia e quindi conseguentemente di avere dei figli!! Il lavoro è ormai è una chimera e molto spesso è pagato in maniera vergognosa, al limite della sostenibilità, non ci sono politiche walfare sufficienti come ad esempio il fatto che molto spesso una donna incinta sembra quasi un’appestata all’interno di un’azienda che deve affrontare i problemi relativi alla sua sostituzione. Le donne ma anche gli uomini sono ben consci di questa triste realtà senza bisogno che lo Stato, colpevole del fatto, lo ricordi in maniera così indelicata. L’Italia è una barzelletta
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Ciao, ho visto che non si riesce ad arrivare facilmente qui, il titolo dell’articolo rimanda ad un’immagine e non al resto del testo.
Riguardo l’articolo: uno dei meglio esposti sull’argomento e sulla follia che ha colto la nostra politica che già è cieca.
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Grazie per la segnalazione Gianni … cerco di provvedere subito, e grazie anche per l’attenzione e i complimenti!
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Dovere!
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“Italiani, date figli alla Patria!”. Una cosa alquanto ridicola, soprattutto considerando che ai tempi, l’esecrabile regime aveva almeno avuto il senso del marketing sufficiente a proporre questa cosa dopo aver istituito un premio per le famiglie numerose… Renzi non è neppure capace di imitare decentemente il suo vero maestro e padre politico.
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Mi immagino la scena con Savonarola Lorenzin che passa e gurdando in alto punta il dito e sentenzia: ricordati che devi figliare! Amen…non ci resta che piangere!
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