Torno alla casa bella, fresca di vento e dalle forti radici,
compagna del sole e custode di luoghi dolci e amici.
Torno a una vaga stanza, dal destino sfuggente
che sopporta molte vite ma sempre è compiacente.
Torno a una città, a una metropoli, a una certa età
e poi ritorno all’avventura, all’erranza, alla felicità.
Io non parto, non esilio, non abbandono.
Cammino e poi torno. E poi torno a camminare.
La rotta, anche se ignota, ha sempre un che di familiare:
mi porta verso ciò che dico casa, dove posso riposare.